Frigo vuoto. Durante la settimana i supermercati del centro chiudono alle 17:00, impossibile recuperare anche solo un chilo di pasta. C'è un Auchan poco fuori città mi dicono, l'unico del Lussemburgo aggiungono.
Sabato mattina pre-pasquale e lunedì è tutto chiuso, mamme con bambini per mano, nonne che manovrano carrelli più grossi di un Cayenne, italiani, portoghesi, americani, tedeschi e francesi. Tutti qui.
Aggiungete un supermercato di 2 piani (il secondo ci ho messo un po' a trovarlo) con sole tre ore di parcheggio gratuito per comprare due pagine di lista della spesa che vanno dallo spazzolino al sugo già pronto, passando per il vasetto di capperi, la salvia, la nutella e i piselli surgelati. Shakerate per bene e ottenete una tranquilla mattinata in un Auchan sconosciuto.
Spendo dieci minuti tra una colazione veloce e un giro di perlustrazione senza carrello giusto per capire dove sono finito. Recupero anche io un tir munito di quattro ruote da riempire e inizio col metodo classico: corsia per corsia.
Dal reparto succhi ne esco facile, biscotti non è un problema e dopo un paio di inversioni a U con manovra in retromarcia anche la pasta è andata.
Schivo un bambino che corre su un monopattino, evito pure le commesse dell'Auchan che lo inseguono sui pattini (non sto scherzando!), suono a una signora di mezza età palesemente contromano e proseguo la corsa.
Il primo ingorgo lo trovo nel reparto vini. C'è una barriera di gente davanti agli spumanti complice un banchetto con tanto di hostess che crea una strettoia: "Champagne analcolico per i vostri bambini a Pasqua. Comprate lo champagne analcolico!".
Aggiro il blocco grazie a una scorciatoia nella corsia delle confetture e raggiungo il reparto vini bianchi. Maledizione sono tutti francesi, andrà bene un vino dell'alta savoia per cucinare?
Seguo uno di quei porta pallet elettrici che mi apre un varco tra la folla e mi trovo in paradiso (allego foto)
Reparto birre da spillare due scaffali pieni che mi ci vorrebbe il grandangolo per fotografarli.
Resisto alla tentazione, passo veloce dalla carne e entro deciso nel reparto frutta e verdura. Il delirio, una commessa con tre mani continua a schiacciare numeri a caso su bilance che vengono riempite da una fila disordinata di persone. Unica soluzione possibile: aggirarsi a piedi tra fragole e pomodorini parcheggiando il carrello in terza fila. Ne esco tra un paio di spintoni.
Una volta scoperto che tovaglioli, attaccapanni, detersivi e dentifricio sono al piano di sopra la strada sembra in discesa, ma ecco che inaspettato nella lista arriva il pangrattato. Chiedo l'aiuto del pubblico traducendolo con "pan gratineè", ma mi indicano il reparto della farina.
Il tempo sta per scadere, arraffo qualcosa a caso da uno scaffale e mi butto verso le casse.
164,31 € di spesa. Il frigo è pieno.
Tutto sommato non è stata tragica considerando che nel pomeriggio sono andato in Francia a comprare una bicicletta attraversando la linea Maginot. Ma questa è un'altra storia.