Incontrare qualcuno all'aeroporto è un classico.
Capita nei migliori film americani ed è capitato anche a me.
Di passaggio da Zurigo, o meglio bloccato a Zurigo a causa di una coincidenza persa, alzo gli occhi dal pc e vedo il mio ex capo.
Baci e abbracci ci andiamo a prendere un piacevolissimo caffè.
Capita un po' meno spesso di sentire un amico fraterno la domenica per scoprire che entrambi abbiamo un appuntamento a Bologna il venerdì mattina successivo.
Soprattutto se io vivo in Lussemburgo e lui in Danimarca.
Ritrovarsi a bere una birra nello stesso albergo e fare insieme il viaggio verso Genova è un qualcosa che forse non capita neanche nei film.
E allora mi chiedo quante volte ho quasi incrociato un amico in uno dei miei viaggi.
Va bene che c'è facebook che mi aggiorna costantemente su dove sono e su cosa fanno i miei amici più cari, ma sarei curioso di sapere se c'è qualcuno che conosco a Malpensa proprio ora mentre sto scrivendo.
Forse servirebbe davvero un calendario condiviso per non perdere neanche uno di questi incontri o forse è più giusto lasciarli al caso per non perdere quella magia di trovare una faccia conosciuta in qualche angolo sperduto del mondo.
Un po' come quando a 18 anni ho incontrato una mia amica in un parco semi-sconosciuto della costa ovest americana. Allora non c'erano i cellulari figurarsi facebook, c'era solo quella legge indimostrabile secondo la quale due persone che si sfiorano lontano da casa non possono non riconoscersi.
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