La cosa bella di lavorare in un ambiente internazionale è quella di poter sfidare a calcio gli spagnoli del piano di sotto.
La cosa bella di vivere in Lussemburgo è che la partita puoi giocarla in pausa pranzo su un prato a 5 minuti dall'ufficio, in uno di quei campi po' in discesa, con le porte in ferro, senza linee laterali, di quelli che quando sbagli un cross devi andare a recuperare la palla nel giardino del vicino o giù nel bosco.
Come bambini tutti a rincorrere il pallone e a gridare "passa qua".
Come bambini tutti a provare improbabili tunnel e giocate da campioni.
Unica differenza è che il ruolo più ambito non era la punta, ma il portiere: problemi di fiato.
E' iniziata con gli spagnoli che ci invitavano a non fare il solito catenaccio. E' finita 5-4 per l'Italia con tanto di autogol decisivo a tempo ormai scaduto di quelli che insaporiscono la vittoria con quel gusto di rapina.
Tornare in ufficio fischiettando "Seven nation army" e festeggiare a kebab e coca-cola, rigorosamente zero, non capita tutti i giorni.
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