italolussemburghese
giovedì 17 maggio 2012
Moglie e buoi dei paesi tuoi
Perché quando finisce un'avventura ti ritornano su tutti i pensieri, le emozioni di un anno e spiccioli volati via.
Soprattutto se l'avventura finisce nello stesso posto dove è iniziata, nella stessa camera di albergo, con lo stesso amico che poco tempo fa ti scriveva "grinta Dani, stendili tutti ai colloqui" e ora ti dice "ti aspettiamo domani ai Santa Chiara".
Eppure mi sembra di essere arrivato qui ieri, eppure mi sembra di averci vissuto troppo.
D'altronde, mi auto cito, l'avevo scritto in uno dei primi post: "Vado via per il piacere di tornare"
E il piacere di tornare è tutto mio.
Carino il Lussemburgo, tranquillo, internazionale, simpatico però....un weekend basta, un anno avanza.
Sarà che in fondo alle mail ho sempre scritto "Ciao" anche quando le mandavo agli indiani, sarà che se nasci con il sale tra i capelli e il sole nel cielo, più di tanto non ci puoi stare dove ci sono 7 gradi a maggio (ed è andata bene perché oggi le previsioni davano la minima a 2 e io ero in pantaloni di lino), sarà che non si è mai contenti, sarà quel che sarà, ma la voglia di tornare a casa c'è.
Ed è scritta in queste pagine. Le ho rilette tutte. Belline.
La mia proverbiale poca memoria mi ha anche regalato delle sorprese visto che un paio di storielle di quelle che fanno sorridere me le ero pure dimenticate.
E se alla fine ci si sente più "italo" che "lussemburghese", "tedesco"o "spagnolo", beh forse si ha bisogno di riabbracciare la propria terra anche solo per stufarsi di nuovo e ripartire, anche solo per spiattellarsi su uno scoglio e lamentarsi di quanto è scomodo, anche solo per amarla e poi odiarla e poi amarla ancora.
Accoppiati quasi tutti i calzini spaiati, recuperati i costumi (chissà cosa li avevo portati a fare), salutati i (per fortuna) pochi amici cari che non mi seguono nell'avventura italiana, impacchettata la roba di lana con consegna rigorosamente a Novembre, ben poco mi resta da scrivere se non...
Ciao
martedì 1 maggio 2012
Corsetta del Primo Maggio
E a ricominciare l'attività fisica siamo in tanti anche se non tutti si sono accorti che è iniziata la bella stagione. Per esempio questa biondina che supero con un certo slancio al primo chilometro è imbardata come per una corsa in montagna: pantalone tecnico, maglia a maniche lunghe e tanto di fascia in testa. Buon passo però.
Arranco per le salitine, scatto vicino al fiume, ma la gamba è corta, fa fatica a carburare. Sarà la scarsa forma fisica o forse l'età, ma al quinto chilometro il polpaccio diventa una pietra, resisto un po' ma non vale la pena di farsi male a inizio stagione. Dovevo prendere la bicicletta, pedalando su e giù per il Lux mai che mi faccia male.
Non piove, l'ipod è carico, farò due passi.
Ed ecco che arriva la biondina di prima, rallenta, si ferma un secondo e mi dice:
"Bonjour"
La guardo, 26-27 anni, indago il volto per capire se la conosco, ma non mi sembra.
"Vous ne continuez pas?"
Mi guardo, maglietta rossa dei campionati provinciali UISP di Roma e pantaloncini Adidas che da quante volte li ho lavati non si intuisce più il colore originale.
"Tesoro, vorrei, ma mi tira il polpaccio"
"Dommage" mi dice e zampetta via.
E io penso a tutte quelle che corrono in Corso Italia o Parco Sempione che piuttosto che rivolgerti la parola sputerebbero un pezzo di polmone.
E allora scatto, se lo merita la biondina e sembrava pure simpatica, il polpaccio cede e per poco casco per terra.
Eh si, dovevo proprio prendere la bicicletta.
mercoledì 7 marzo 2012
Sci alpinismo dal Lussemburgo
Galeotto fu il Micam (fiera di scarpe milanese) a cui decido di attaccare un weekend per rivedere un po' di amici. Amici di quelli giusti che casualmente avevano organizzato un fine settimana di sci alpinismo al Sestriere. Pronti via mi imbuco facile, ma...dove diavolo avrò messo i guanti da sci? E gli occhiali da ghiacciaio?
Faccio mente locale e realizzo che andare a fare sci alpinismo dal Lussemburgo è semplice quasi quanto organizzare una spedizione himalayana: sci e scarponi nel box, guscio e windstopper a casa di un amico, calzamaglia e termica in Lussemburgo, pala e sonda in qualche armadio e via dicendo.
Per fortuna ho una santa mamma che mette insieme un po' di pezzi e mi prepara lo zaino e un santo amico che va a controllare cosa ci ha messo dentro. Mi sono giunte voci che la scena sia andata più o meno così:
"Buonasera signora"
(si conoscono da una vita, ma proprio non ce la fanno a darsi del tu)
"Ah buonasera, venga, venga a vedere se ho trovato tutto"
dice mia mamma con i-phone in mano leggendo la mail di istruzioni che le ho mandato:
"Arva: aggeggio di piccole dimensioni che sembra un cellulare, è questo vero?"
"Si, si"
"Bene. Coltelli: pezzi di acciaio coi denti. Guardi un po' io o trovato questi o dei ramponi, veda un po' lei"
"Sono questi signora"
...
Trovarsi il venerdì sera con le gambe sotto il tavolo in una trattoria nei pressi di un bosco di Laux cercando di spiegare all'oste piemontese perché mi ostino a ordinare birra Menabrea anniversario ambrata (quanto manca la buona birra in Lussemburgo) invece che il suo vino della casa mi sembra già il miglior inizio di weekend che si possa desiderare.
Scoprire poi la mattina del sabato alle 6 che nello zaino non manca proprio niente se non giusto qualche integratore per affrontare i 1300 mt. di dislivello che ci separano dalla vetta fa dimenticare tutto il resto. Anche le query in sql.
lunedì 20 febbraio 2012
La crisi del settimo mese
Saranno sempre quei tre locali,
Sarà che la domenica trovare un bar aperto è un'impresa,
Sarà il ghiaccio sul sellino della bici la mattina,
Sarà quella birra imbevibile,
Sarà che ci si innamora con la stessa facilità con cui ci si disinnamora,
Però cara Lussemburgo dopo sette mesi (dieci in realtà, ma sette mi piaceva di più) ho quasi voglia di tradirti.
Che so, un weekend in montagna,
una scappata a Barcellona,
un giretto a Parigi,
una weiss a Monaco,
quattro salti in un club di Londra,
cose così insomma.
Eh si cara Lussemburgo ho iniziato a guardare le altre città, più affascinanti, più glamour, più vive.
La colpa non è tua, tu sei tranquilla, carina, semplice, perfetta per una famiglia.
Io invece ho ancora voglia di fare il bagno in mare a mezzanotte, di girare il mondo, di perdermi da qualche parte e di ritrovarmi da qualche altra.
Ti direi di venire via un weekend con me, che secondo me pure tu qui un po' ti annoi...ma se non vuoi...beh...possiamo sempre rimanere buoni amici.
E poi chissà in Primavera...
giovedì 19 gennaio 2012
Ritorno all'università
Quei pomeriggi che quando la biblioteca chiudeva, ci si metteva a studiare sui tavoloni di fuori, chiedendosi se Faraday-Neumann-Lenz non avessero fatto meglio a bersi una birra quel giorno invece di giocare con i campi magnetici.
Quei tavoloni dove ti avvicinavi a uno dei tuoi colleghi che eri sicuro discendesse in linea diretta da Einstein da quanto gli assomigliava e gli chiedevi tra il supplichevole e il disperato: "Ripetimi quella del rotore che magari ci capisc...che poi te la ripeto io" sperando (spesso invano) che il genio di turno non avesse le stesse (scarse) capacità di insegnamento del docente della cattedra di telecomunicazioni.
Mi sono tornati in mente quei momenti perché dove lavoro è un po' la stessa cosa solo che al posto dei tavoloni ci sono dei comodi divanetti, Faraday e soci sono stati sostituiti da tool, report, query e macro excel e i geni di turno sono tedeschi, inglesi e francesi di passaggio che hanno affrontato i nostri stessi problemi anni addietro.
Peccato che la soluzione tedesca sia troppo radicale (o bianco o nero), quella inglese spesso incomprensibile (forse per colpa dell'accento) e quella francese non funzionante (dubitavate?).
E allora noi come si faceva una volta: quando il genio non ci arriva colmiamo con la fantasia. E improvvisamente ci si ritrova seduti al pub con i nostri amiconi Neumann e Lenz a bere la famosa birra.
Ecco se poi su quei divanetti spuntasse ogni tanto un mazzo di carte ci si farebbe anche un bel cirullino...proprio come ai vecchi tempi.
lunedì 9 gennaio 2012
Le chiavi di casa
Dopo aver sciato, snowboardato, telemarkato,
Dopo aver rivisto quasi tutti gli amici,
Dopo bottiglie di gran vino e il sempre ottimo Genepy,
Dopo migliaia di metri di dislivello,
Dopo aver rivisto quasi tutti i parenti,
Dopo un paio di saune,
Dopo decine di chilometri di fondo,
Dopo tutta quella moccetta, fontina e bourguignonne,
Dopo che i radar di Francoforte mi hanno omaggiato di una notte in hotel con vista parcheggio dell'aeroporto,
Dopo "solo" due settimane di ferie...
...e' anche normale fare fatica a trovare la via del Lussemburgo.
Chissà poi dove diavolo avrò messo le chiavi di casa!
venerdì 30 dicembre 2011
Casa dolce casa
Sarà quel freddo umido che ti entra nelle ossa, sarà che in bicicletta ci vado anche se nevica, ma la tosse proprio non ne voleva sapere di passare.
Eppure ho bevuto litri di sciroppo, eppure ho anche quasi pensato di mettermi la maglietta della pelle, ma niente, la tosse proprio non passava.
Dopo un mese di rantolii e spasmi bronchiali di quelli che ti svegliano nel cuore della notte ho deciso di farmi visitare da un medico. Diagnosi: "É impossibile che lei non abbia la febbre, si prenda un antibiotico, queste pastiglie, questo sciroppo e si vada a fare i raggi per escludere una polmonite"
Io ho eseguito alla lettera: mi sono impasticcato, ho bevuto l'intero flacone e ho escluso la polmonite, ma la tosse non è passata.
Poi sono andato a fare il Natale a Genova: sole, 13 gradi, il saloni nell'aria e la tosse è finalmente passata.
domenica 18 dicembre 2011
Metereopatia
Il Lussemburgo visto attraverso i Persol sembra più bello del solito: gli alberi scintillano, il fiume brilla e pure la tosse che mi affligge da settimane concede una tregua di un paio d'ore.
So che è un evento eccezionale, so che presto tornerà il solito cielo grigio e infatti non mi stupisco di ritrovarmi in piedi sui pedali minacciato da nuvoloni neri sulla via del ritorno.
La perturbazione rimane appesa per tutto il pomeriggio, gli occhiali da sole tornano ad ammuffire nella custodia e l'umore si adatta ai nuovi colori: presto tornerà il piovoso inverno lussemburghese.
La svolta inaspettata, un vento freddo regala dei fiocchi grandi così che ricoprono prati, macchine, strade di polvere bianca.
La neve, la prima neve lussemburghese che fa Natale molto più di un Rösti o un Glühwein ai mercatini, molto più delle luminarie e delle vetrine addobbate.
Alzarsi da tavola per correre a spiaccicare i nasi contro il vetro a guardare fuori la neve che cade giù e farsi gli auguri tirandosi le palle di neve anzichè col solito brindisi: anche questo è Lussemburgo!
lunedì 28 novembre 2011
Addendum a "Il ragazzo di campagna"
- I motorini, gli skater e quelli con i roller
- Chi entra in metro con la tavola da surf sotto braccio, anche a Novembre
- Le strade piene di gente la notte
- La clara e la sangria
- Il mare
- Le gare di castelli di sabbia, gli artisti di strada e le crew che ballano in centro
- La tortilla, il solomillo, le patatas bravas
- I Catalani
- 25 gradi, il sole, i viali alberati
- La gente che sa come godersi la vita
lunedì 14 novembre 2011
Il ragazzo di campagna
A Londra ci sono:
- Gli autobus e i taxi di Londra, quelli a due piani o con i sedili ribaltabili
- La metro
- Club a gogo
- Tutti i tipi di birra
- Hyde Park
- La Regina
- Fish and chips e hamburger bacon and cheese
- Gli inglesi
- I negozi aperti la domenica
- Lo stress, il traffico, la folla di una grande metropoli
- I taxi anche la notte del sabato sera
- L'aeroporto a 10 minuti di autobus
- L'Ikki ovvero un ristorante sushi che si trasforma in discoteca rispolverando la playlist del Club Med anni '90
- Solo la birra lussemburghese che se non viene esportata ci sarà un perché
- La valle della Petrusse, che comunque tanto male non è.
- Il Granduca
- Piatti tipici lussemburghesi (mah?)
- I francesi
- I negozi aperti massimo fino alle 18:00
- La calma, la pace e la tranquillità di un paesino di campagna
venerdì 21 ottobre 2011
30 anni in Lux
Credo sia esattamente uguale a compierli in qualunque altra parte del mondo: la tartaruga che hai al posto degli addominali si capovolge e decide di mostrare a tutti il suo guscio, i capelli più chiari che spuntano qua e là non sono un revival della chioma bionda che avevi da piccolo, ma un anticipo della pelata bianca che avrai e quel dolore alle costole che ti mozza il fiato non è un pneumotorace, ma un invito a correre meno chilometri e a farlo più spesso.
Trent'anni arrivano così. Inaspettatamente.
Iniziano quasi il giorno prima, tra una telefonata della nonna che ti fa gli auguri in anticipo perché, cito testualmente, "domani ho mille impegni e non so se ho tempo per chiamarti" e la migliore amica che ha sonno e non riesce più ad aspettare la mezzanotte e ti chiama appena butti già con la nonna.
Trent'anni arrivano proprio così. Improvvisamente.
Da un giorno all'altro ti dimentichi le cose, gli spagnoli ti battono a calcio con tanto di sombrero e il venerdì sera hai sonno, tanto sonno.
Poi ripensi che nel decennio appena trascorso ti sei stirato un muscolo starnutendo, hai dimenticato di fare gli auguri a tuo fratello quando era il suo di compleanno, gli spagnoli hanno vinto il mondiale e hai cancellato da tempo sabati e domeniche mattine dal calendario (a meno che non ci sia da andare a sciare)... e allora scopri che con i 29+1 non è cambiato molto.
Un taglio alla barba con la speranza di tagliare via anche qualche annetto, un paio di litri di birra per sconfiggere la 3-fobia, gli amici vicini e lontani che se la ridono e ti prendono in giro come tu hai fatto quando toccava a loro e inaspettatamente, quasi improvvisamente questo trentesimo compleanno volge al termine.
Per sentirmi maturo e saggio aspetterò i quaranta.
martedì 11 ottobre 2011
Quando sul blackberry non ti arrivano più mail
Una trasferta nella settimana in cui la Rim ha deciso di non inviare più mail sui blackberry non è poi così male. All'inizio guardi la lucina rossa che non lampeggia più e temi il peggio: una bomba in Lussemburgo, un attacco alla rete delle telecomunicazioni, una catastrofe su scala mondiale, una bolletta non pagata.
Dopo aver tirato due accidenti perché neppure la rubrica globale dei contatti aziendali funziona, ti rassegni alla tua condizione di eremita sperso nel cuore del Veneto, condizione peraltro sopportabilissima.
Per una volta niente pranzo a ticchettare sulla tastiera, niente mail che tolgono l'appetito. Il blackberry giace lì sul tavolo, inerme, inutile, insignificante come un cono senza il gelato, come una bicicletta senza le ruote, come un libro con tutte le pagine bianche.
Poi ho collegato il pc alla connessione dell'albergo e tutto è tornato come prima.
mercoledì 28 settembre 2011
Italia Spagna 5-4
La cosa bella di vivere in Lussemburgo è che la partita puoi giocarla in pausa pranzo su un prato a 5 minuti dall'ufficio, in uno di quei campi po' in discesa, con le porte in ferro, senza linee laterali, di quelli che quando sbagli un cross devi andare a recuperare la palla nel giardino del vicino o giù nel bosco.
Come bambini tutti a rincorrere il pallone e a gridare "passa qua".
Come bambini tutti a provare improbabili tunnel e giocate da campioni.
Unica differenza è che il ruolo più ambito non era la punta, ma il portiere: problemi di fiato.
E' iniziata con gli spagnoli che ci invitavano a non fare il solito catenaccio. E' finita 5-4 per l'Italia con tanto di autogol decisivo a tempo ormai scaduto di quelli che insaporiscono la vittoria con quel gusto di rapina.
Tornare in ufficio fischiettando "Seven nation army" e festeggiare a kebab e coca-cola, rigorosamente zero, non capita tutti i giorni.
venerdì 23 settembre 2011
La birretta del venerdì
Detta così sembra l'inizio di una barzelletta e invece ascolti la storia di un inglese che ha passato le vacanze in una fortezza raggiungibile solo durante la bassa marea su un'isola di 200 anime (tutte imparentate tra loro), di un vietnamita arrivato in Lussemburgo nel 2001 appassionato dei tuoi stessi sport che ha appena comprato casa con la sua ragazza, la francese che come la lituana, manco a dirlo, lavora in banca. E mentre passa un arabo che, prendendosi una pausa dalla gara a chi beve più shots in corso al suo tavolo, pretende di indovinare la nazionalità delle persone sentendone pronunciare il nome pensi che solo in Lussemburgo ti possono capitare serate così.
domenica 11 settembre 2011
La lista della spesa
"Non è che uno cresce e deve perdere le buone abitudini", pensavo ieri al supermercato, "due fette di vitello qualche uova e domani ritorno bambino."
Avevo sottovalutato il problema del pangrattato: avanti e indietro per i corridoi, chiedo l'aiuto di un commesso, ma niente da fare, devo desistere: in Lussemburgo non esiste il pangrattato confezionato.
E insieme al pangrattato ci sono un altro paio di cose che mi piacerebbe trovare, ecco la lista:
- Vero prosciutto di Parma: va bene che qui l'estate dura un attimo, ma appena c'è l'occasione non vorrei rinunciare in partenza a prosciutto e melone.
- Rucola (c'è), grana (facciamo finta che ci sia), bresaola della Valtellina (ecco questa proprio manca)
- Il basilico di Pra, ma quello non lo trovo a Milano figurati qui.
- I ravioli e la pasta fresca, non quelli di Giovanni Rana.
- Una mozzarellina di similbufala
- Il gelato, quello vero
martedì 6 settembre 2011
Sul volo LH 1856
Eh sì, perché questo signore che mi siede a fianco invadendo lo spazio che spetterebbe al mio gomito in realtà è tedesco e fa il buyer come me. Solo che invece di comprare scarpe, lui gira l'Europa per discariche alla ricerca di carta da poter riciclare.
Schivo un non troppo insistente tentativo di propinarmi un suo caro amico come fornitore con un "interesting, but..." accompagnato da tanto di sorriso e la conversazione atterra su quello che scopro essere uno dei suoi campi di battaglia preferiti: gli aneddoti sulla vita e sul lavoro.
Lui parla e io ascolto.
Partiamo dai giovani che hanno tentato di fregargli la poltrona e che lui ha silurato "se trovi uno più in gamba di te, l'unica cosa che puoi fare è tagliarlo fuori" passiamo da cosa servirebbe per corromperlo "5 milioni di euro, una cifra che ti permette di andare a vivere da re in un paese che non ha l'estradizione" per arrivare a quella volta che ha smesso di fare l'amore per rispondere a una telefonata di lavoro.
Ci soffermiamo su quanto poco senso abbia essere ricchi sfondati se poi devi vivere sotto scorta perché hai paura di essere ucciso o rapito o quale intervento di chirurgia plastica uno cerca di evitare comprandosi un SUV.
Scopro così di essere seduto a fianco a una versione di Barney decisamente più cattolica (ha tradito la ex moglie con il lavoro), ma non per questo meno romantica (ha appena comprato casa in un paesino a poche centinaia di metri dalla sua compagna, conosciuta quando ormai si era arreso a morire solo) o meno eccentrica (possiede 5 Nokia 6610 il migliore telefono mai prodotto: indistruttibile, consuma poca batteria e non legge le mail).
Ci salutiamo tra un augurio di buone negoziazioni e un invito al carpe diem mentre la musichetta del Nokia che si accende mi fa lo stesso effetto che ascoltare un pezzo degli anni '90 alla radio.
giovedì 1 settembre 2011
Ritorno a casa
Ci hanno pensato il frigo vuoto e le bollette da pagare a ricordarmi che lì ci abito per davvero.
Bevendo una birra per alleviare il magone da rientro, riflettevo che non è solo casa mia che meriterebbe un approfondimento, ma tutto il Lussemburgo.
L'occasione è arrivata insieme alla necessità di andare a pagare in centro, durante una pausa pranzo, proprio quelle bollette che avevo trovato sul divano: non mi ricordavo dove abitavo, figurati il codice per fare i bonifici on line.
Sceso dall'autobus mi ha accolto la solita ramata d'acqua alla quale ho opposto il mio ombrello tascabile, ma questa non è una novità. La vera sorpresa è stata quella di trovare tutta quella gente a pranzare sotto tendoni scroscianti o in ristoranti e baretti che avevo sempre visto chiusi. La movida che non ti aspetti: negozi aperti, pieno così di persone, altro che insalatina recuperata in ufficio.
Anno (scolastico) nuovo, regole nuove:
Primo: andare a pranzo in piazza almeno una volta a settimana.
Secondo: iniziare a utilizzare le docce dell'ufficio per una corsa mattutina o una partitella a calcetto a mezzogiorno.
Terzo: finire si studiare il francese e iniziare col tedesco
Quarto: trovarsi una squadra di pallavolo o una palestra per arrampicare
Quinto: etc., etc., etc.,
Se rispetto i primi due punti son già felice.
domenica 7 agosto 2011
L'ufficio ideale
Non ho una foto della vista che ho dal mio ufficio, ma vi posso garantire che non è quella qui sotto.
"Se ti piace il mare perché diavolo sei andato a vivere in Lussemburgo" vi verrebbe voglia di dirmi. Ma a me piace la montagna e poi non è questo il punto.
Il punto piuttosto è perché uno decide di aprire l'HQ in Lussemburgo piuttosto che in un'isola greca. La qualità della vita nel Granducato è piuttosto alta, ma rimane impalpabile di fronte al piacere di una pausa pranzo al mare. Certo c'è il centro squash di Sandweiler, ma non è proprio la stessa cosa del centro kite di Paros. Anche sulla logistica ci sarebbe quantomeno da ridire: i fornitori o clienti distano uguale sia che tu parta da Santorini o dal Lussemburgo che è forse uno dei posti meno collegati in Europa. Questo vale piuttosto per Milano dove effettivamente sono tutti lì, ma il perché sono tutti lì è da scoprire. Quindi? Facile: paradiso fiscale, eccetera, eccetera. Un senso ce l'ha aprire la sede in Lussemburgo, un senso pratico, meramente economico, ma comprensibile.
Mi rivolgo invece a te guidatore di Q7 che le domeniche d'estate mi intasi la Serravalle e quelle d'inverno la Milano-qualunquePostoNelleAlpi: che senso ha vivere in una città da cui scappi appena puoi? Beh perché sono tutti lì, l'abbiamo detto sopra.
Perché siamo dei pecoroni, aggiungo io e vorrei tanto beccare il primo che ha aperto l'ufficio all'ombra della Madonnina costringendo milioni di persone a finesettimana da nomadi.
Chissà se funzionerebbe un HQ in Sardegna o a Malta. Il dubbio mi rimane insieme alla certezza che in posti così belli sicuramente si lavorerebbe un po' meno, ma sai che spettacolo una riunione in barca a vela?
sabato 6 agosto 2011
Pronti....via!!
Guardo fuori e piove e se per caso non piovesse, pioverà di sicuro. Sull'attacappanni all'ingresso il giubbotto leggero da moto (anche se giro in bicicletta) fa compagnia all'ombrello ancora umido dopo l'ultima lotta con un acquazzone.
Il borsone è aperto davanti all'armadio. Sposto i pantaloni lunghi alla ricerca dei bermuda, i teli da spiaggia sono introvabili, sepolti tra i piumoni e mi tocca togliere le ragnatele dalle stanghette degli occhiali da sole.
Eh si dev'essere proprio strano preparare la valigia per andare al mare d'inverno un po' come se, vivendo in Lussemburgo si decidesse di passare l'estate in Grecia.
lunedì 1 agosto 2011
Un lunedì con un sole così
In Lussemburgo c'è il tempo che c'è, il sole fa la sua comparsata quelle due tre volte al mese tra un tuono e una saetta. Non può succedere anche qui, non ci si può accanire con chi ha già poco, sarebbe cattiveria.
E invece, dopo un mesetto di pioggia quasi quotidiana, proprio oggi, proprio un Lunedì, un sole così.
Non vi dico la carogna.