La cosa bella di lavorare in un ambiente internazionale è quella di poter sfidare a calcio gli spagnoli del piano di sotto.
La cosa bella di vivere in Lussemburgo è che la partita puoi giocarla in pausa pranzo su un prato a 5 minuti dall'ufficio, in uno di quei campi po' in discesa, con le porte in ferro, senza linee laterali, di quelli che quando sbagli un cross devi andare a recuperare la palla nel giardino del vicino o giù nel bosco.
Come bambini tutti a rincorrere il pallone e a gridare "passa qua".
Come bambini tutti a provare improbabili tunnel e giocate da campioni.
Unica differenza è che il ruolo più ambito non era la punta, ma il portiere: problemi di fiato.
E' iniziata con gli spagnoli che ci invitavano a non fare il solito catenaccio. E' finita 5-4 per l'Italia con tanto di autogol decisivo a tempo ormai scaduto di quelli che insaporiscono la vittoria con quel gusto di rapina.
Tornare in ufficio fischiettando "Seven nation army" e festeggiare a kebab e coca-cola, rigorosamente zero, non capita tutti i giorni.
mercoledì 28 settembre 2011
venerdì 23 settembre 2011
La birretta del venerdì
Una tranquilla serata in ufficio ti guardi intorno e vedi che c'è meno gente del solito. Rapido sguardo al calendario e ti accorgi che è venerdì. Ore 20:30 un weekend intero davanti e tu non hai pianificato nulla. Per la cena è tardi, ma forse sei ancora in tempo per una birra. Lanci due messaggi in giro e ti ritrovi a un tavolo con una greca (l'unica buonanima che ti ha risposto), un inglese, una lituana, un vietnamita e una francese.
Detta così sembra l'inizio di una barzelletta e invece ascolti la storia di un inglese che ha passato le vacanze in una fortezza raggiungibile solo durante la bassa marea su un'isola di 200 anime (tutte imparentate tra loro), di un vietnamita arrivato in Lussemburgo nel 2001 appassionato dei tuoi stessi sport che ha appena comprato casa con la sua ragazza, la francese che come la lituana, manco a dirlo, lavora in banca. E mentre passa un arabo che, prendendosi una pausa dalla gara a chi beve più shots in corso al suo tavolo, pretende di indovinare la nazionalità delle persone sentendone pronunciare il nome pensi che solo in Lussemburgo ti possono capitare serate così.
Detta così sembra l'inizio di una barzelletta e invece ascolti la storia di un inglese che ha passato le vacanze in una fortezza raggiungibile solo durante la bassa marea su un'isola di 200 anime (tutte imparentate tra loro), di un vietnamita arrivato in Lussemburgo nel 2001 appassionato dei tuoi stessi sport che ha appena comprato casa con la sua ragazza, la francese che come la lituana, manco a dirlo, lavora in banca. E mentre passa un arabo che, prendendosi una pausa dalla gara a chi beve più shots in corso al suo tavolo, pretende di indovinare la nazionalità delle persone sentendone pronunciare il nome pensi che solo in Lussemburgo ti possono capitare serate così.
domenica 11 settembre 2011
La lista della spesa
Quand'ero bambino il mio pranzo domenicale preferito erano le cotolette alla milanese con le patatine fritte fatte in casa. Entravo in cucina e lo sfrigolare dell'olio in padella era un chiaro invito a divorare il primo qualunque esso fosse.
"Non è che uno cresce e deve perdere le buone abitudini", pensavo ieri al supermercato, "due fette di vitello qualche uova e domani ritorno bambino."
Avevo sottovalutato il problema del pangrattato: avanti e indietro per i corridoi, chiedo l'aiuto di un commesso, ma niente da fare, devo desistere: in Lussemburgo non esiste il pangrattato confezionato.
E insieme al pangrattato ci sono un altro paio di cose che mi piacerebbe trovare, ecco la lista:
"Non è che uno cresce e deve perdere le buone abitudini", pensavo ieri al supermercato, "due fette di vitello qualche uova e domani ritorno bambino."
Avevo sottovalutato il problema del pangrattato: avanti e indietro per i corridoi, chiedo l'aiuto di un commesso, ma niente da fare, devo desistere: in Lussemburgo non esiste il pangrattato confezionato.
E insieme al pangrattato ci sono un altro paio di cose che mi piacerebbe trovare, ecco la lista:
- Vero prosciutto di Parma: va bene che qui l'estate dura un attimo, ma appena c'è l'occasione non vorrei rinunciare in partenza a prosciutto e melone.
- Rucola (c'è), grana (facciamo finta che ci sia), bresaola della Valtellina (ecco questa proprio manca)
- Il basilico di Pra, ma quello non lo trovo a Milano figurati qui.
- I ravioli e la pasta fresca, non quelli di Giovanni Rana.
- Una mozzarellina di similbufala
- Il gelato, quello vero
Per fortuna che la Nutella si trova ovunque.
martedì 6 settembre 2011
Sul volo LH 1856
Una conversazione che inizia con "I'm a gipsy" e io che capisco "I'm an Egyptian" ha tutti i presupposti per farmi passare un piacevole Monaco-Malpensa.
Eh sì, perché questo signore che mi siede a fianco invadendo lo spazio che spetterebbe al mio gomito in realtà è tedesco e fa il buyer come me. Solo che invece di comprare scarpe, lui gira l'Europa per discariche alla ricerca di carta da poter riciclare.
Schivo un non troppo insistente tentativo di propinarmi un suo caro amico come fornitore con un "interesting, but..." accompagnato da tanto di sorriso e la conversazione atterra su quello che scopro essere uno dei suoi campi di battaglia preferiti: gli aneddoti sulla vita e sul lavoro.
Lui parla e io ascolto.
Partiamo dai giovani che hanno tentato di fregargli la poltrona e che lui ha silurato "se trovi uno più in gamba di te, l'unica cosa che puoi fare è tagliarlo fuori" passiamo da cosa servirebbe per corromperlo "5 milioni di euro, una cifra che ti permette di andare a vivere da re in un paese che non ha l'estradizione" per arrivare a quella volta che ha smesso di fare l'amore per rispondere a una telefonata di lavoro.
Ci soffermiamo su quanto poco senso abbia essere ricchi sfondati se poi devi vivere sotto scorta perché hai paura di essere ucciso o rapito o quale intervento di chirurgia plastica uno cerca di evitare comprandosi un SUV.
Scopro così di essere seduto a fianco a una versione di Barney decisamente più cattolica (ha tradito la ex moglie con il lavoro), ma non per questo meno romantica (ha appena comprato casa in un paesino a poche centinaia di metri dalla sua compagna, conosciuta quando ormai si era arreso a morire solo) o meno eccentrica (possiede 5 Nokia 6610 il migliore telefono mai prodotto: indistruttibile, consuma poca batteria e non legge le mail).
Ci salutiamo tra un augurio di buone negoziazioni e un invito al carpe diem mentre la musichetta del Nokia che si accende mi fa lo stesso effetto che ascoltare un pezzo degli anni '90 alla radio.
Eh sì, perché questo signore che mi siede a fianco invadendo lo spazio che spetterebbe al mio gomito in realtà è tedesco e fa il buyer come me. Solo che invece di comprare scarpe, lui gira l'Europa per discariche alla ricerca di carta da poter riciclare.
Schivo un non troppo insistente tentativo di propinarmi un suo caro amico come fornitore con un "interesting, but..." accompagnato da tanto di sorriso e la conversazione atterra su quello che scopro essere uno dei suoi campi di battaglia preferiti: gli aneddoti sulla vita e sul lavoro.
Lui parla e io ascolto.
Partiamo dai giovani che hanno tentato di fregargli la poltrona e che lui ha silurato "se trovi uno più in gamba di te, l'unica cosa che puoi fare è tagliarlo fuori" passiamo da cosa servirebbe per corromperlo "5 milioni di euro, una cifra che ti permette di andare a vivere da re in un paese che non ha l'estradizione" per arrivare a quella volta che ha smesso di fare l'amore per rispondere a una telefonata di lavoro.
Ci soffermiamo su quanto poco senso abbia essere ricchi sfondati se poi devi vivere sotto scorta perché hai paura di essere ucciso o rapito o quale intervento di chirurgia plastica uno cerca di evitare comprandosi un SUV.
Scopro così di essere seduto a fianco a una versione di Barney decisamente più cattolica (ha tradito la ex moglie con il lavoro), ma non per questo meno romantica (ha appena comprato casa in un paesino a poche centinaia di metri dalla sua compagna, conosciuta quando ormai si era arreso a morire solo) o meno eccentrica (possiede 5 Nokia 6610 il migliore telefono mai prodotto: indistruttibile, consuma poca batteria e non legge le mail).
Ci salutiamo tra un augurio di buone negoziazioni e un invito al carpe diem mentre la musichetta del Nokia che si accende mi fa lo stesso effetto che ascoltare un pezzo degli anni '90 alla radio.
giovedì 1 settembre 2011
Ritorno a casa
Aprendo la porta del mio appartamento dopo due settimane di Grecia ho l'impressione di trovarmi in una camera d'albergo: un ambiente protetto, ma temporaneo. Vuoi che il rientro dalle vacanze porta con sè la sua dose di tristezza, vuoi che vivo qui da tre mesi, ma non riconoscevo come "mio" quel monolocale.
Ci hanno pensato il frigo vuoto e le bollette da pagare a ricordarmi che lì ci abito per davvero.
Bevendo una birra per alleviare il magone da rientro, riflettevo che non è solo casa mia che meriterebbe un approfondimento, ma tutto il Lussemburgo.
L'occasione è arrivata insieme alla necessità di andare a pagare in centro, durante una pausa pranzo, proprio quelle bollette che avevo trovato sul divano: non mi ricordavo dove abitavo, figurati il codice per fare i bonifici on line.
Sceso dall'autobus mi ha accolto la solita ramata d'acqua alla quale ho opposto il mio ombrello tascabile, ma questa non è una novità. La vera sorpresa è stata quella di trovare tutta quella gente a pranzare sotto tendoni scroscianti o in ristoranti e baretti che avevo sempre visto chiusi. La movida che non ti aspetti: negozi aperti, pieno così di persone, altro che insalatina recuperata in ufficio.
Anno (scolastico) nuovo, regole nuove:
Primo: andare a pranzo in piazza almeno una volta a settimana.
Secondo: iniziare a utilizzare le docce dell'ufficio per una corsa mattutina o una partitella a calcetto a mezzogiorno.
Terzo: finire si studiare il francese e iniziare col tedesco
Quarto: trovarsi una squadra di pallavolo o una palestra per arrampicare
Quinto: etc., etc., etc.,
Se rispetto i primi due punti son già felice.
Ci hanno pensato il frigo vuoto e le bollette da pagare a ricordarmi che lì ci abito per davvero.
Bevendo una birra per alleviare il magone da rientro, riflettevo che non è solo casa mia che meriterebbe un approfondimento, ma tutto il Lussemburgo.
L'occasione è arrivata insieme alla necessità di andare a pagare in centro, durante una pausa pranzo, proprio quelle bollette che avevo trovato sul divano: non mi ricordavo dove abitavo, figurati il codice per fare i bonifici on line.
Sceso dall'autobus mi ha accolto la solita ramata d'acqua alla quale ho opposto il mio ombrello tascabile, ma questa non è una novità. La vera sorpresa è stata quella di trovare tutta quella gente a pranzare sotto tendoni scroscianti o in ristoranti e baretti che avevo sempre visto chiusi. La movida che non ti aspetti: negozi aperti, pieno così di persone, altro che insalatina recuperata in ufficio.
Anno (scolastico) nuovo, regole nuove:
Primo: andare a pranzo in piazza almeno una volta a settimana.
Secondo: iniziare a utilizzare le docce dell'ufficio per una corsa mattutina o una partitella a calcetto a mezzogiorno.
Terzo: finire si studiare il francese e iniziare col tedesco
Quarto: trovarsi una squadra di pallavolo o una palestra per arrampicare
Quinto: etc., etc., etc.,
Se rispetto i primi due punti son già felice.
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