martedì 31 maggio 2011

La Padova che non ti aspetti

Se anche Padova ti sembra Barcellona, beh, ti devi fare due domande:

1. Cosa diavolo ci fai in Lussemburgo.
2. Come diavolo è che non eri mai stato a Padova prima.

L'ennesima dimostrazione che il Lussemburgo è un posto molto tranquillo arriva in occasione di una trasferta nel produttivo nord-est italiano.
Complici le radio venete che trasmettono canzoni come "Se telefonando", "Wake me up before you Go-Go" e "Amore disperato", complice l'odore di estate che entra dai finestrini, mi sembra di stare sul set di "Sapore di sale" già al casello dell'autostrada.
Punto dritto al centro, parcheggio tra biciclette e motorini ed eccomi in via Cavour.
Studenti con le birre in mano, imprenditori che sfoggiano le terze mogli, ragazzi come me che incontrano gli amici nel dopolavoro. Un dopolavoro un po' affollato: ore 10:30 e devo fare la coda per un tavolo. Sorrido pensando che se fossi in Lussemburgo mi dovrei accontentare di Pizza Hut o Mc Donald anziché di una tagliata di tonno.
E dopo di me ne arrivano ancora di gruppi (uno da 12 persone) che non resistono alla tentazione di cenare a cielo aperto.

Mi avevano detto che a Padova c'è la piazza più grande d'Europa e prima di andare in albergo decido di farci un salto.
Il navigatore mi guida tra vicoletti, porticati e le splendide chiese piene di cupole e absidi e eccomi dalle parti di Prato della Valle.

Un fiume di gente mi trascina verso il centro della piazza che altro non è che un prato appunto circondato da un fossato. Attraverso i ponti di pietra che collegano il lastricato dell'enorme piazza al giardino segreto e anche la sopracitata Barcellona impallidirebbe di fronte alla miriade di studenti che stava lì a godersi l'estate chi sdraiato sul prato, chi con un bottellòn in mano.

Ma è veramente sempre così Padova?
Il dubbio è lecito e  uscendo dalla piazza non resisto alla tentazione di chiedere delucidazioni a un vigile che reggeva in mano un etilometro:
“Ma è sempre così o c'è una manifestazione?”
“E' un evento straordinario" mi risponde.

Sarà anche straordinario, ma mi venisse voglia di prendere una seconda laurea un pensiero alla facoltà di Padova ce lo faccio sul serio.

domenica 29 maggio 2011

Il calendario condiviso

Incontrare qualcuno all'aeroporto è un classico.
Capita nei migliori film americani ed è capitato anche a me.
Di passaggio da Zurigo, o meglio bloccato a Zurigo a causa di una coincidenza persa, alzo gli occhi dal pc e vedo il mio ex capo.
Baci e abbracci ci andiamo a prendere un piacevolissimo caffè.
Capita un po' meno spesso di sentire un amico fraterno la domenica per scoprire che entrambi abbiamo un appuntamento a Bologna il venerdì mattina successivo.
Soprattutto se io vivo in Lussemburgo e lui in Danimarca.
Ritrovarsi a bere una birra nello stesso albergo e fare insieme il viaggio verso Genova è un qualcosa che forse non capita neanche nei film.
E allora mi chiedo quante volte ho quasi incrociato un amico in uno dei miei viaggi.
Va bene che c'è facebook che mi aggiorna costantemente su dove sono e su cosa fanno i miei amici più cari, ma sarei curioso di sapere se c'è qualcuno che conosco a Malpensa proprio ora mentre sto scrivendo.

Forse servirebbe davvero un calendario condiviso per non perdere neanche uno di questi incontri o forse è più giusto lasciarli al caso per non perdere quella magia di trovare una faccia conosciuta in qualche angolo sperduto del mondo.
Un po' come quando a 18 anni ho incontrato una mia amica in un parco semi-sconosciuto della costa ovest americana. Allora non c'erano i cellulari figurarsi facebook, c'era solo quella legge indimostrabile secondo la quale due persone che si sfiorano lontano da casa non possono non riconoscersi.

venerdì 27 maggio 2011

Cronaca di un trasloco

Mai farsi consegnare le chiavi di casa nuova il lunedì pomeriggio. Dopo aver cambiato città quelle 6 volte negli ultimi 5 anni avrei dovuto almeno imparare questa regola di base.

Si trasloca sempre di venerdì per poter sistemare tutto nel weekend con la dovuta calma.

Con davanti tutta una settimana di lavoro prendere possesso del nuovo appartamento può diventare un'esperienza traumatica.
Soprattutto se quel lunedì si deve anche riconsegnare la macchina affittata e bisogna sgomberare il residence.
Soprattutto se l'IKEA più vicina è in Belgio e non si ha una chiara idea di cosa possa servire: un letto e una libreria di sicuro e poi? Lenzuola, cuscini e portabiancheria li prendo, ma piatti, pentolee posate c'erano? Metto nel carrello anche due piantine e una lampada che mi piace con l'incubo di sfondare il limite di 600 € del bancomat italiano (carte di credito lussemburghesi non ancora pervenute) e quello del bagagliaio dell'A4 (allego foto) e posate c'erano? Metto nel carrello anche due piantine e una lampada che mi piace con l'incubo di sfondare il limite di 600 € del bancomat italiano (carte di credito lussemburghesi non ancora pervenute) e quello del bagagliaio dell'A4 (allego foto)


Soprattutto se poi i mobili dell'IKEA li devi anche montare: nutro seri sospetti sull'affidabilità di alcuni elementi strutturali fissati alla bene e meglio all'una di notte.

Quando arriva il martedì sera e entrando in casa ci sono scatoloni ovunque, la cucina da pulire e il frigo vuoto, si maledice quell'idea balzana di aver deciso di traslocare di lunedì pomeriggio.
E così via per tutte le altre sere della settimana fino all'arrivo del sospirato fine settimana insieme alla piacevole scoperta di non aver più nulla da montare o da lavare.
Solo allora quell'idea di fare il trasloco in settimana per non rovinarsi il weekend diventa quasi geniale. Quasi.

mercoledì 18 maggio 2011

Casetta nuova

In Lussemburgo la prima settimana si gira a piedi da quanto sembra piccolo, la seconda si valuta la bicicletta come valida alternativa alle lunghe passeggiate, dalla terza in poi ci si muove solo in macchina.
Saranno i saliscendi, sarà la paura che possa piovere da un momento all'altro ma le quattroruote diventano indispensabili.Probabilmente non si riescono ad abbandonare le vecchie abitudini e un punto "dall'altra parte" della città torna a essere qualcosa di tremendamente lontano.
Forse è per questo che quando ho detto di aver trovato casa sulla strada che porta a Beggen molti hanno commentato "così lontano?"
Io mi son fatto due conti e sto esattamente a 2,8 km dall'ufficio e 3,2 dal centro.
A Milano sarebbe Brera, ma questo è il Lussemburgo e così vado ad abitare "fuori città".
E ci vado in bicicletta.

venerdì 13 maggio 2011

Genova è

Genova una domenica di Maggio ti colpisce al cuore. Un giro in vespa sull'Aurelia, un tuffo in mare, un aperitivo sugli scogli e ti chiedi come hai fatto ad andartene via.
I genovesi una domenica di Maggio brontolano meno del solito e sembrano godersi un po' di più la vita e ti chiedi perché non lo fanno tutto l'anno.
Le ragazze genovesi una domenica di Maggio ti fan venire voglia di andare a vivere in un posto dove è sempre primavera.

Genova la ami, la odi e poi la ami ancora.
Genova è una città chiusa arroccata tra mare e monti.
I genovesi sono persone chiuse arroccate tra paura e diffidenza.

Genova ha tutto, ma non è mai abbastanza.
Genova ti fa venire voglia di aprire un baretto sugli scogli.
I genovesi non vedono l'ora che apra un nuovo baretto sul mare.

Genova è bella, ma bella davvero.
A Genova passano molti ma pochi si fermano.
I genovesi parlano con molti ma pochi li influenzano.

Genova ti lascia andare via perché sa che prima o poi torni.
All'improvviso ti ricordi che sei genovese pure tu e che i genovesi sono marinai e che i marinai girano il mondo.
E allora ricominci a girare il mondo per il solo piacere di tornare di tanto in tanto nell'unico porto che chiami casa.

venerdì 6 maggio 2011

Andata e (soprattutto) ritorno da Montelimar

Che sia per lavoro o per necessità partire dal Lussemburgo non è così facile.
A titolo di esempio se vi capitasse mai di dover andare per lavoro nel sud della Francia c'è un comodo treno che parte alle 6:40 di mattina con cambio a Parigi, ma non di binario, di stazione!
Mentre con gli occhi ancora chiusi saluto il taxista in uno stentato francese, un autobus ci supera ricordandomi che qui non solo i mezzi pubblici sono in orario, ma iniziano a passare ben prima dell'alba.
Con mia sorpresa il tassametro segna appena 2,5 euro al posto dei 9-10 che ero abituato a trovare a Milano. A disposizione del passeggero riviste di economia, giornali appena stampati e presa per caricare il cellulare.
7 minuti, 4 km e 12 euro dopo sono in stazione con in mano il biglietto da visita del taxista che mi esorta a richiamarlo al mio rientro.

6:07 am stazione del Lussemburgo. Rifletto che non ho ancora imparato a valutare distanza e traffico del Grand Ducato.

Da qui a Montelimar è una passeggiata, non si può dire lo stesso del ritorno.

L'inizio il viaggio di rientro è simile. Di nuovo taxi solo che stavolta siamo 4 colleghi, paghiamo 116 € e al posto dei giornali di economia ci sono due monitor LCD.
Stazione di Valence tra un pokerino e una battuta aspettiamo che il TGV parta, ma veniamo informati che il treno si è rotto, fuori tutti.

2 possibili soluzioni: andare a dormire a Parigi caricando tutto in nota spese o affittare una macchina.

Spinti da una forma insana di autolesionismo chiamato senso del dovere contrattiamo una Yaris con riconsegna al confine francese e permesso di espatriare in Lussemburgo.
E' andata più o meno così:

  • 623 km percorsi senza ausilio di navigatore né cartina
  • Avere evitato il guardrail dribblando un tir per entrare in autogrill quelle due o tre volte.
  • Una cena dal kebabbaro di Belleville che di bello ha solo il nome.
  • Qualche semaforo rosso
  • Scoprire di aver cenato a 15 km da quel paradiso culinario chiamato Borgogna.
  • Litri di coca cola
  • 2 cambi d'autista
  • Una foto ricordo in prossimità di Metz scattata dall'autovelox della gendarmerie.

3:30 am arriviamo in Lussemburgo, la macchina la riconsegniamo domani.

Ma qualcuno oggi a Metz c'è la riportata la macchina o no? Mi viene il dubbio...

....drin...drin...

“Pronto?” “Ciao Dani, cosa fai stasera?” “Sto scolando una pasta poi crollo nel letto, tu?” “Ti va di accompagnarmi a restituire la Yaris?” “Dammi mezz'ora e arrivo”

No non ce l'aveva portata nessuno.