Due settimane di vita lussemburghese e ancora mancava qualcosa.
Mi sono registrato in comune, ho aperto un conto in banca, ho imparato che agli incroci si da sempre la precedenza a chi viene da destra anche se io procedo sulla strada principale e l'altro viene da una stradina che si perde in mezzo ai campi, conosco tutte le scorciatoie in bicicletta per aggirare salite che sembrano il Mortirolo (chi l'avrebbe mai detto che il Lussemburgo è un continuo sali e scendi?), ho trovato un supermercato aperto anche la domenica (autentico miraggio in una città dove alle 18:00 chiude tutto), ho pure un numero di telefono lussemburghese, ma non ci siamo ancora.
Poi ieri un improvviso temporale mi ha illuminato.
Lussemburgo pazzerello c'è il sole prendi l'ombrello
L'ombrello appunto, ecco cosa mi mancava. Un piccolo dettaglio, ma fondamentale. Beh, non sarà così difficile comprarne uno.
E invece...cito una mia amica local:
"non ci sono tanti posti che vendono ombrelli in lux… nonostante il clima…di fatto puoi scegliere fra Esprit, super-compatti a 20 euro o Longchamp, grandezza normale, 200 euro…"
Esprit fu!
sabato 30 aprile 2011
mercoledì 27 aprile 2011
Il significato di 60 secondi
Sto riscoprendo l'esistenza dei minuti.
L'abitudine (italiana?) di approssimare il tempo in intervalli di 5, 10 o 15 minuti non può essere esportata nel centro europa. Se a Milano una riunione che inizia alle 11:00 può tranquillamente veder arrivare i primi partecipanti alle 11:10 senza che nessuno gridi allo scandalo (dalla mezz'ora di ritardo in poi ci si può iniziare ad alterare anche nel Bel Paese), in Lussemburgo la percezione del tempo è diversa.
L'autobus passa davanti al mio residence alle 8:24 il che vuol dire che transita fisicamente in un intervallo temporale che va dalle 8:23 alle 8:25. Se ho una call-conference alle 16:00 significa che alle 15:58 ho già su le cuffie il microfono. Se il supermercato chiude alle 17:00 le saracinesche iniziano ad abbassarsi alle 16:59. E così via.
Tutto qui ti spinge a essere puntuale, pure a uno come me che nel quarto d'ora accademico ci ha sempre sguazzato.
Ma in fondo che cos'è un minuto? Per scoprirlo ho contato fino a sessanta.
...uno...due...tic...tac...trentaquattro...trentacinque...tic...tac..cinquantanove...
Domattina metto la sveglia alle 7:51 giusto perché avendo capito l'importanza di un minuto ho proprio voglia di godermi i miei sogni fino all'ultimo secondo disponibile.
L'abitudine (italiana?) di approssimare il tempo in intervalli di 5, 10 o 15 minuti non può essere esportata nel centro europa. Se a Milano una riunione che inizia alle 11:00 può tranquillamente veder arrivare i primi partecipanti alle 11:10 senza che nessuno gridi allo scandalo (dalla mezz'ora di ritardo in poi ci si può iniziare ad alterare anche nel Bel Paese), in Lussemburgo la percezione del tempo è diversa.
L'autobus passa davanti al mio residence alle 8:24 il che vuol dire che transita fisicamente in un intervallo temporale che va dalle 8:23 alle 8:25. Se ho una call-conference alle 16:00 significa che alle 15:58 ho già su le cuffie il microfono. Se il supermercato chiude alle 17:00 le saracinesche iniziano ad abbassarsi alle 16:59. E così via.
Tutto qui ti spinge a essere puntuale, pure a uno come me che nel quarto d'ora accademico ci ha sempre sguazzato.
Ma in fondo che cos'è un minuto? Per scoprirlo ho contato fino a sessanta.
...uno...due...tic...tac...trentaquattro...trentacinque...tic...tac..cinquantanove...
Domattina metto la sveglia alle 7:51 giusto perché avendo capito l'importanza di un minuto ho proprio voglia di godermi i miei sogni fino all'ultimo secondo disponibile.
domenica 24 aprile 2011
Missione Auchan
Frigo vuoto. Durante la settimana i supermercati del centro chiudono alle 17:00, impossibile recuperare anche solo un chilo di pasta. C'è un Auchan poco fuori città mi dicono, l'unico del Lussemburgo aggiungono.
Sabato mattina pre-pasquale e lunedì è tutto chiuso, mamme con bambini per mano, nonne che manovrano carrelli più grossi di un Cayenne, italiani, portoghesi, americani, tedeschi e francesi. Tutti qui.
Aggiungete un supermercato di 2 piani (il secondo ci ho messo un po' a trovarlo) con sole tre ore di parcheggio gratuito per comprare due pagine di lista della spesa che vanno dallo spazzolino al sugo già pronto, passando per il vasetto di capperi, la salvia, la nutella e i piselli surgelati. Shakerate per bene e ottenete una tranquilla mattinata in un Auchan sconosciuto.
Spendo dieci minuti tra una colazione veloce e un giro di perlustrazione senza carrello giusto per capire dove sono finito. Recupero anche io un tir munito di quattro ruote da riempire e inizio col metodo classico: corsia per corsia.
Dal reparto succhi ne esco facile, biscotti non è un problema e dopo un paio di inversioni a U con manovra in retromarcia anche la pasta è andata.
Schivo un bambino che corre su un monopattino, evito pure le commesse dell'Auchan che lo inseguono sui pattini (non sto scherzando!), suono a una signora di mezza età palesemente contromano e proseguo la corsa.
Il primo ingorgo lo trovo nel reparto vini. C'è una barriera di gente davanti agli spumanti complice un banchetto con tanto di hostess che crea una strettoia: "Champagne analcolico per i vostri bambini a Pasqua. Comprate lo champagne analcolico!".
Aggiro il blocco grazie a una scorciatoia nella corsia delle confetture e raggiungo il reparto vini bianchi. Maledizione sono tutti francesi, andrà bene un vino dell'alta savoia per cucinare?
Seguo uno di quei porta pallet elettrici che mi apre un varco tra la folla e mi trovo in paradiso (allego foto)
Reparto birre da spillare due scaffali pieni che mi ci vorrebbe il grandangolo per fotografarli.
Resisto alla tentazione, passo veloce dalla carne e entro deciso nel reparto frutta e verdura. Il delirio, una commessa con tre mani continua a schiacciare numeri a caso su bilance che vengono riempite da una fila disordinata di persone. Unica soluzione possibile: aggirarsi a piedi tra fragole e pomodorini parcheggiando il carrello in terza fila. Ne esco tra un paio di spintoni.
Una volta scoperto che tovaglioli, attaccapanni, detersivi e dentifricio sono al piano di sopra la strada sembra in discesa, ma ecco che inaspettato nella lista arriva il pangrattato. Chiedo l'aiuto del pubblico traducendolo con "pan gratineè", ma mi indicano il reparto della farina.
Il tempo sta per scadere, arraffo qualcosa a caso da uno scaffale e mi butto verso le casse.
164,31 € di spesa. Il frigo è pieno.
Tutto sommato non è stata tragica considerando che nel pomeriggio sono andato in Francia a comprare una bicicletta attraversando la linea Maginot. Ma questa è un'altra storia.
Sabato mattina pre-pasquale e lunedì è tutto chiuso, mamme con bambini per mano, nonne che manovrano carrelli più grossi di un Cayenne, italiani, portoghesi, americani, tedeschi e francesi. Tutti qui.
Aggiungete un supermercato di 2 piani (il secondo ci ho messo un po' a trovarlo) con sole tre ore di parcheggio gratuito per comprare due pagine di lista della spesa che vanno dallo spazzolino al sugo già pronto, passando per il vasetto di capperi, la salvia, la nutella e i piselli surgelati. Shakerate per bene e ottenete una tranquilla mattinata in un Auchan sconosciuto.
Spendo dieci minuti tra una colazione veloce e un giro di perlustrazione senza carrello giusto per capire dove sono finito. Recupero anche io un tir munito di quattro ruote da riempire e inizio col metodo classico: corsia per corsia.
Dal reparto succhi ne esco facile, biscotti non è un problema e dopo un paio di inversioni a U con manovra in retromarcia anche la pasta è andata.
Schivo un bambino che corre su un monopattino, evito pure le commesse dell'Auchan che lo inseguono sui pattini (non sto scherzando!), suono a una signora di mezza età palesemente contromano e proseguo la corsa.
Il primo ingorgo lo trovo nel reparto vini. C'è una barriera di gente davanti agli spumanti complice un banchetto con tanto di hostess che crea una strettoia: "Champagne analcolico per i vostri bambini a Pasqua. Comprate lo champagne analcolico!".
Aggiro il blocco grazie a una scorciatoia nella corsia delle confetture e raggiungo il reparto vini bianchi. Maledizione sono tutti francesi, andrà bene un vino dell'alta savoia per cucinare?
Seguo uno di quei porta pallet elettrici che mi apre un varco tra la folla e mi trovo in paradiso (allego foto)
Reparto birre da spillare due scaffali pieni che mi ci vorrebbe il grandangolo per fotografarli.
Resisto alla tentazione, passo veloce dalla carne e entro deciso nel reparto frutta e verdura. Il delirio, una commessa con tre mani continua a schiacciare numeri a caso su bilance che vengono riempite da una fila disordinata di persone. Unica soluzione possibile: aggirarsi a piedi tra fragole e pomodorini parcheggiando il carrello in terza fila. Ne esco tra un paio di spintoni.
Una volta scoperto che tovaglioli, attaccapanni, detersivi e dentifricio sono al piano di sopra la strada sembra in discesa, ma ecco che inaspettato nella lista arriva il pangrattato. Chiedo l'aiuto del pubblico traducendolo con "pan gratineè", ma mi indicano il reparto della farina.
Il tempo sta per scadere, arraffo qualcosa a caso da uno scaffale e mi butto verso le casse.
164,31 € di spesa. Il frigo è pieno.
Tutto sommato non è stata tragica considerando che nel pomeriggio sono andato in Francia a comprare una bicicletta attraversando la linea Maginot. Ma questa è un'altra storia.
giovedì 21 aprile 2011
La nonna e i mezzi di comunicazione
Prima di partire ho provato a convincere mia nonna a comprarsi un iPad. Per spiegarle i vantaggi dell'acquisto abbiamo simulato una chiamata soggiorno-camera mia tra l'iphone di mio fratello e il mio mac. La sua esclamazione"Ehi ma qui dentro ci si vede anche" sembrava far intendere che apprezzasse la tecnologia di Skype, ma una volta tornato in sala la sua decisione è stata irrevocabile: "Se non ci siete voi io in quel coso che manco ha i tasti non so proprio dove schiacciare" per poi concludere con un laconico "Il mio più grande rimpianto è quello di non aver imparato a usare il computer e ora sono troppo vecchia".
Parto quindi rassicurando la nonna che in Lussemburgo il mio numero italiano avrebbe funzionato e che ci saremmo sentiti con la telefonia tradizionale evitando qualsiasi nuova forma di tecnologia.
Lei oggi mi chiama ma non rispondo, richiamo ma stavolta non risponde lei.
Allora mi arriva il seguente messaggio: "Non sono riuscita a rispondere alle tue telefonate e poi non sono stata capace di richiamarti. NONNA"
Cara nonna a chiamare e a rispondere al cellulare forse hai qualche problema, con gli sms invece vai fortissimo. Forse hai ragione: l'iPad è un po' ostico, ma quanti a 85 anni suonati messaggiano con i nipoti?
Per la cronaca dieci minuti dopo è riuscita anche a chiamarmi.
Parto quindi rassicurando la nonna che in Lussemburgo il mio numero italiano avrebbe funzionato e che ci saremmo sentiti con la telefonia tradizionale evitando qualsiasi nuova forma di tecnologia.
Lei oggi mi chiama ma non rispondo, richiamo ma stavolta non risponde lei.
Allora mi arriva il seguente messaggio: "Non sono riuscita a rispondere alle tue telefonate e poi non sono stata capace di richiamarti. NONNA"
Cara nonna a chiamare e a rispondere al cellulare forse hai qualche problema, con gli sms invece vai fortissimo. Forse hai ragione: l'iPad è un po' ostico, ma quanti a 85 anni suonati messaggiano con i nipoti?
Per la cronaca dieci minuti dopo è riuscita anche a chiamarmi.
mercoledì 20 aprile 2011
Quando ti trattano come un granduca
Arrivare in aeroporto e trovare una Audi A4 nuova di pacca ad aspettarti
Arrivare e andare a vivere in un bilocale da favola
Arrivare in ufficio e trovare pronti pc, scrivania e piano di inserimento.
La macchina e il bilocale tra un mese li devo restituire, il pc e la scrivania invece mi rimangono sul groppone, ma intanto mi godo il mio granducato anche se è solo per quattro settimane.
Nel frattempo vado al lavoro con il sorriso.
Arrivare e andare a vivere in un bilocale da favola
Arrivare in ufficio e trovare pronti pc, scrivania e piano di inserimento.
La macchina e il bilocale tra un mese li devo restituire, il pc e la scrivania invece mi rimangono sul groppone, ma intanto mi godo il mio granducato anche se è solo per quattro settimane.
Nel frattempo vado al lavoro con il sorriso.
domenica 17 aprile 2011
Un problema facile
Testo
Quanti banchi check in l'aeroporto di Genova deve aprire se alle 13:10 parte un volo per Londra, alle 13:20 uno per Francoforte e alle 13:25 uno per Parigi?
Quanti banchi check in l'aeroporto di Genova deve aprire se alle 13:10 parte un volo per Londra, alle 13:20 uno per Francoforte e alle 13:25 uno per Parigi?
Assunzioni
I voli per Parigi, Londra e Francoforte hanno rispettivamente 172, 238, 203 passeggeri
In media il 15% dei passeggeri ha effettuato il chek-in on line
Il primo passeggero di ogni volo arriva un'ora e 45 minuti prima del decollo e l'ultimo 40 minuti prima.
La procedura di check-in dura in media 4 minuti a passeggero
Soluzione
Circa il doppio dei banchi check-in che c'erano.
sabato 16 aprile 2011
Cosa ho messo nella valigia
Forse ti rendi conto di partire davvero quando inizi a fare la valigia.
Gli aperitivi di arrivederci con gli amici, le settimane di ferie tra un lavoro e l'altro, i biglietti di sola andata prenotati non danno lo stessa consapevolezza di 125 litri di valigia spalancati di fronte.
Ma io in questa enorme ostrica aperta davanti a me, cosa ci metto?
Più o meno questa è la lista:
Gli aperitivi di arrivederci con gli amici, le settimane di ferie tra un lavoro e l'altro, i biglietti di sola andata prenotati non danno lo stessa consapevolezza di 125 litri di valigia spalancati di fronte.
Ma io in questa enorme ostrica aperta davanti a me, cosa ci metto?
Più o meno questa è la lista:
- Due vasetti di pesto, la focaccia no che mi diventa secca
- Il quadretto di Pippo che scia da appendere nel mio nuovo soggiorno
- Scarpe per qualunque sport comprese quelle da arrampicata: non si sa mai che in quel piattume del centro europa si trovi un masso per fare un po' di boulder
- Il Mac pieno di foto
- Il kit da ferrata (per chi tra i miei amici sa cosa vuol dire)
- L'acquarello di Boccadasse, per ricordare che esiste il mare
- La reflex
- Il piccolo manuale delle decisioni strategiche
- Un orologio da polso: già che vado a comprarli sarà il caso di iniziare a indossarne uno
e poi camicie, pantaloni e ancora camicie.
venerdì 15 aprile 2011
Chissà se mi abituerò mai all'efficienza lussemburghese
Hi Daniele,
As your arrival is approaching I wanted to check for your availability regarding registration process (needs to be done within 3 days after your arrival). As you are arriving Sunday evening we could combine registration on Monday. City hall opens at 8.00 so we can go there immediately in the morning and register you.
Best regards
Evelyne
Hi Evelyne,
Monday will be my first day of work in the new company and I have to be in the office at 9:00 am.
Which are City hall opening hour?
Kind regards,
Daniele
Hi Daniele,
City hall already opens at 8.00 which means that we would be finished with registration at 8.30 so you can be at the office at 9.00. I could come pick you up at your temporary Monday morning and drive you to your office afterwards to make sure you will be in time.
Best regards
Evelyne
Dear Evelyne,
it sounds perfect. I'm used to Italian efficiency of City hall, that means at least half a morning lost.
See you on Monday at 8:00 am
Thank you
Daniele
mercoledì 13 aprile 2011
In perfetto stile "Vieni via con me" ecco la mia lista
La logica avrebbe preteso di ponderare con attenzione i pro e i contro. Io in realtà avevo già deciso di accettare ancor prima che mi arrivasse la proposta. Una giustificazione però bisogna pur scriverla fosse solo per ricordarsi tra un paio di mesi come diavolo sono finito in Lussemburgo.
Vado via perché prima o poi in un ascensore ci sarei rimasto chiuso davvero
Vado via per il piacere di tornare
Vado via per studiare il francese e il tedesco, rimarrei per non dimenticare il genovese
Vado via per vedere se fuori le cose funzionano, rimarrei per potermi lamentare che qui invece non funzioneranno mai
Vado via per pagare meno tasse, rimarrei per evaderle del tutto
Vado via perché non ho amicizie che "contano", rimarrei perché ho amici veri
Vado via perché sono curioso
Rimarrei per dare la colpa a qualcun altro
Vado via perché non voglio che mia figlia diventi una velina, rimarrei perché le donne italiane sono le più belle del mondo
Rimarrei per la pizza, la pasta e la focaccia, vado via perché ormai la Barilla esporta in tutto il mondo, anche in Lussemburgo
Vado via perché non c'è verso di far cadere il governo, rimarrei perché forse ci siamo quasi
Vado via perché prima o poi in un ascensore ci sarei rimasto chiuso davvero
Vado via per il piacere di tornare
Vado via per studiare il francese e il tedesco, rimarrei per non dimenticare il genovese
Vado via per vedere se fuori le cose funzionano, rimarrei per potermi lamentare che qui invece non funzioneranno mai
Vado via per pagare meno tasse, rimarrei per evaderle del tutto
Vado via perché non ho amicizie che "contano", rimarrei perché ho amici veri
Vado via perché sono curioso
Rimarrei per dare la colpa a qualcun altro
Vado via perché non voglio che mia figlia diventi una velina, rimarrei perché le donne italiane sono le più belle del mondo
Rimarrei per la pizza, la pasta e la focaccia, vado via perché ormai la Barilla esporta in tutto il mondo, anche in Lussemburgo
Vado via perché non c'è verso di far cadere il governo, rimarrei perché forse ci siamo quasi
Rimarrei per le brune, vado via per le bionde
Vado via per non smettere di imparare
Vado via per non smettere di imparare
Rimarrei per le Alpi, vado via perché con Ryanair le montagne non sono mai troppo lontane
Rimarrei perché in fondo in fondo non si stava così male nemmeno a Milano
Vado via perché in fondo non ho ancora trent'anni e a noi ventenni tutto è concesso, pure di sbagliare scappando.
Rimarrei perché in fondo in fondo non si stava così male nemmeno a Milano
Vado via perché in fondo non ho ancora trent'anni e a noi ventenni tutto è concesso, pure di sbagliare scappando.
sabato 9 aprile 2011
Cercavo una guida del Lussemburgo...
...e scopro che la Lonely Planet l'ha annesso al Belgio.
Due dati giusto per capire perché:
Due dati giusto per capire perché:
- 2.586 Km quadrati: meno di metà Liguria
- 473.000 abitanti poco più di due terzi di quelli di Genova
- 100.000 anime nella capitale ovvero tre stadi Luigi Ferraris pieni
venerdì 8 aprile 2011
Vita nuova, abiti nuovi
Come ci si vestirà in Lussemburgo?
Ho avuto le prime indicazioni ai colloqui quando, vestito da matrimonio con la mia cravatta gialla, mi è stato detto: "Qui è un ambiente molto informale come può vedere, se vuole si può togliere la cravatta..."
Ma la mia cravatta gialla porta fortuna e l'ho tenuta ben annodata al collo, al massimo ho ceduto alla tentazione di togliere la giacca negli interrogatori più duri.
Ricordo che il giorno in cui mi hanno imposto di mettere il vestito in ufficio ho pensato che giacca e cravatta potessero definitamente coprire la puzza di neolaureato e accettavo di dovermi svegliare dieci minuti prima per fare e rifare il nodo col sorriso di chi si sente proiettato in una entusiasmante carriera.
Dopo quattro anni la cravatta inizia a diventare un cappio, i vestiti un pigiama neanche troppo comodo e il casual Friday un miraggio già a metà settimana.
L'idea di andare al lavoro in jeans e maglietta mi stuzzica non poco.
Apro gli armadi, sposto gli acquisti fatti da Zara negli ultimi anni (mi dovrebbero fare azionista) e trovo magliette e pantaloni che usavo all'università, buoni al massimo per qualche scampagnata fuori porta.
Panico.
Per fortuna c'è l'outlet a Serravalle, armadio nuovo in un giorno.
Ho avuto le prime indicazioni ai colloqui quando, vestito da matrimonio con la mia cravatta gialla, mi è stato detto: "Qui è un ambiente molto informale come può vedere, se vuole si può togliere la cravatta..."
Ma la mia cravatta gialla porta fortuna e l'ho tenuta ben annodata al collo, al massimo ho ceduto alla tentazione di togliere la giacca negli interrogatori più duri.
Ricordo che il giorno in cui mi hanno imposto di mettere il vestito in ufficio ho pensato che giacca e cravatta potessero definitamente coprire la puzza di neolaureato e accettavo di dovermi svegliare dieci minuti prima per fare e rifare il nodo col sorriso di chi si sente proiettato in una entusiasmante carriera.
Dopo quattro anni la cravatta inizia a diventare un cappio, i vestiti un pigiama neanche troppo comodo e il casual Friday un miraggio già a metà settimana.
L'idea di andare al lavoro in jeans e maglietta mi stuzzica non poco.
Apro gli armadi, sposto gli acquisti fatti da Zara negli ultimi anni (mi dovrebbero fare azionista) e trovo magliette e pantaloni che usavo all'università, buoni al massimo per qualche scampagnata fuori porta.
Panico.
Per fortuna c'è l'outlet a Serravalle, armadio nuovo in un giorno.
lunedì 4 aprile 2011
I rapporti con la ex
Capita a tutti di rivedere la ex.
Capita a tutti di ripassare sotto il vecchio ufficio.
Se il vecchio ufficio è proprio in centro, beh capita un po' più spesso di indicare a un amico la finestra dove passavi le pause caffè dicendo: "Quelli lì è il mio ufficio, o meglio era..."
L'errore temporale è voluto, per ricordare a se stessi di un presente diventato passato.
Contrariamente a rivedere la ex, fa bene rivedere il vecchio ufficio, giusto per ricordarsi che è finita, giusto per gustare la libertà che può dare cambiare lavoro. Niente lista delle cose da fare il lunedì, niente panico da "l'avrò mandata quella mail la settimana scorsa?", niente di tutto questo.
Anzi, nelle due settimane che mi sono preso per trasferirmi dalla mia nuova fidanzata, il lunedì mattina me ne andrò a correre e quasi quasi passerò sotto al mio uffic...pardon...vecchio ufficio, tanto per vedere che effetto che fa stare lì fuori la mattina.
E così oggi ho fatto, almeno con il pensiero. E fa davvero un bell'effetto. Leggero.
Capita a tutti di ripassare sotto il vecchio ufficio.
Se il vecchio ufficio è proprio in centro, beh capita un po' più spesso di indicare a un amico la finestra dove passavi le pause caffè dicendo: "Quelli lì è il mio ufficio, o meglio era..."
L'errore temporale è voluto, per ricordare a se stessi di un presente diventato passato.
Contrariamente a rivedere la ex, fa bene rivedere il vecchio ufficio, giusto per ricordarsi che è finita, giusto per gustare la libertà che può dare cambiare lavoro. Niente lista delle cose da fare il lunedì, niente panico da "l'avrò mandata quella mail la settimana scorsa?", niente di tutto questo.
Anzi, nelle due settimane che mi sono preso per trasferirmi dalla mia nuova fidanzata, il lunedì mattina me ne andrò a correre e quasi quasi passerò sotto al mio uffic...pardon...vecchio ufficio, tanto per vedere che effetto che fa stare lì fuori la mattina.
E così oggi ho fatto, almeno con il pensiero. E fa davvero un bell'effetto. Leggero.
domenica 3 aprile 2011
Mai usare il cellulare aziendale per scopi personali...
...se non vuoi trovarti a scrivere a metà della tua rubrica messaggi del tipo: "Cari, dal 1 Aprile (e non è un pesce) risponderà un'altra persona a questo numero. Il mio nuovo numero di cell è: +352......"
sabato 2 aprile 2011
Conversazioni lussemburghesi
Uomo sui 65: "Excuse moi..."
Io: "Je ne parle pas francais"
Uomo sui 65: "Entschuldingen..."
Io: "Sorry I don't speak neither German"
Uomo sui 65: "No problem, which language do you prefer?"
Io: "English is fine"
Uomo sui 65: "Perfect. Do you no where is Rue Clausen?"
Io: "I have no idea. I'm not from here..."
Io: "Je ne parle pas francais"
Uomo sui 65: "Entschuldingen..."
Io: "Sorry I don't speak neither German"
Uomo sui 65: "No problem, which language do you prefer?"
Io: "English is fine"
Uomo sui 65: "Perfect. Do you no where is Rue Clausen?"
Io: "I have no idea. I'm not from here..."
Primo contatto
La realtà non è quasi mai quella che si racconta: questa storia, per esempio, avrebbe dovuto iniziare con la ricerca di un nuovo lavoro, i colloqui, la trattativa sullo stipendio e i benefit, ma a me piaceva cominciare dalle dimissioni. Come un prologo, una premessa, la fine di qualcosa che proietta in una nuova esperienza.
La verità è che io in Lussemburgo una domenica già ce l'ho passata, giusto per dare uno sguardo in giro e capire che aria tira. Volevo girovagare a fare foto, ma ne ho scattata una sola questa qua:
Poi è iniziata quella pioggerellina fine fine che ti bagna alla distanza: lì per lì non te ne accorgi quasi, almeno finché non ti ritrovi i jeans appiccicaticci e la mappa sciolta in mano e capisci che forse la reflex è meglio metterla via, che tanto non c'è questa gran luce.
Sarebbe anche opportuno ricordarsi di portare su un ombrello la prossima volta, visto che qui non li vendono a ogni angolo.
Tranquillo, tutto molto, molto tranquillo. La poca gente che incontri ti sorride e fa cenni come se fossi un loro compaesano anche se sei un genovese che piuttosto che salutare un vecchio amico incontrato per caso si taglierebbe la lingua. E questa è una cosa buona.
La torta e il tè sono molto cari.
La verità è che io in Lussemburgo una domenica già ce l'ho passata, giusto per dare uno sguardo in giro e capire che aria tira. Volevo girovagare a fare foto, ma ne ho scattata una sola questa qua:
Sarebbe anche opportuno ricordarsi di portare su un ombrello la prossima volta, visto che qui non li vendono a ogni angolo.
Tranquillo, tutto molto, molto tranquillo. La poca gente che incontri ti sorride e fa cenni come se fossi un loro compaesano anche se sei un genovese che piuttosto che salutare un vecchio amico incontrato per caso si taglierebbe la lingua. E questa è una cosa buona.
La torta e il tè sono molto cari.
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