giovedì 17 maggio 2012

Moglie e buoi dei paesi tuoi

L'ultimo post e ancora un sacco di cose da dire.
Perché quando finisce un'avventura ti ritornano su tutti i pensieri, le emozioni di un anno e spiccioli volati via.
Soprattutto se l'avventura finisce nello stesso posto dove è iniziata, nella stessa camera di albergo, con lo stesso amico che poco tempo fa ti scriveva "grinta Dani, stendili tutti ai colloqui" e ora ti dice "ti aspettiamo domani ai Santa Chiara".

Eppure mi sembra di essere arrivato qui ieri, eppure mi sembra di averci vissuto troppo.

D'altronde, mi auto cito, l'avevo scritto in uno dei primi post: "Vado via per il piacere di tornare"
E il piacere di tornare è tutto mio.
Carino il Lussemburgo, tranquillo, internazionale, simpatico però....un weekend basta, un anno avanza.

Sarà che in fondo alle mail ho sempre scritto "Ciao" anche quando le mandavo agli indiani, sarà che se nasci con il sale tra i capelli e il sole nel cielo, più di tanto non ci puoi stare dove ci sono 7 gradi a maggio (ed è andata bene perché oggi le previsioni davano la minima a 2 e io ero in pantaloni di lino), sarà che non si è mai contenti, sarà quel che sarà, ma la voglia di tornare a casa c'è.

Ed è scritta in queste pagine. Le ho rilette tutte. Belline.
La mia proverbiale poca memoria mi ha anche regalato delle sorprese visto che un paio di storielle di quelle che fanno sorridere me le ero pure dimenticate.

E se alla fine ci si sente più "italo" che "lussemburghese", "tedesco"o "spagnolo", beh forse si ha bisogno di riabbracciare la propria terra anche solo per stufarsi di nuovo e ripartire, anche solo per spiattellarsi su uno scoglio e lamentarsi di quanto è scomodo, anche solo per amarla e poi odiarla e poi amarla ancora.

Accoppiati quasi tutti i calzini spaiati, recuperati i costumi (chissà cosa li avevo portati a fare), salutati i (per fortuna) pochi amici cari che non mi seguono nell'avventura italiana, impacchettata la roba di lana con consegna rigorosamente a Novembre, ben poco mi resta da scrivere se non...

Ciao

martedì 1 maggio 2012

Corsetta del Primo Maggio

Primo Maggio in Lux, quarto giorno di primavera l'ideale per una corsetta al parco.
E a ricominciare l'attività fisica siamo in tanti anche se non tutti si sono accorti che è iniziata la bella stagione. Per esempio questa biondina che supero con un certo slancio al primo chilometro è imbardata come per una corsa in montagna: pantalone tecnico, maglia a maniche lunghe e tanto di fascia in testa. Buon passo però.
Arranco per le salitine, scatto vicino al fiume, ma la gamba è corta, fa fatica a carburare. Sarà la scarsa forma fisica o forse l'età, ma al quinto chilometro il polpaccio diventa una pietra, resisto un po' ma non vale la pena di farsi male a inizio stagione. Dovevo prendere la bicicletta, pedalando su e giù per il Lux mai che mi faccia male.
Non piove, l'ipod è carico, farò due passi.
Ed ecco che arriva la biondina di prima, rallenta, si ferma un secondo e mi dice:
"Bonjour"
La guardo, 26-27 anni, indago il volto per capire se la conosco, ma non mi sembra.
"Vous ne continuez pas?"
Mi guardo, maglietta rossa dei campionati provinciali UISP di Roma e pantaloncini Adidas che da quante volte li ho lavati non si intuisce più il colore originale.
"Tesoro, vorrei, ma mi tira il polpaccio"
"Dommage" mi dice e zampetta via.
E io penso a tutte quelle che corrono in Corso Italia o Parco Sempione che piuttosto che rivolgerti la parola sputerebbero un pezzo di polmone.
E allora scatto, se lo merita la biondina e sembrava pure simpatica, il polpaccio cede e per poco casco per terra.
Eh si, dovevo proprio prendere la bicicletta.

mercoledì 7 marzo 2012

Sci alpinismo dal Lussemburgo

Quando il giovedì notte si sogna una query sql che restituisce come risultato i posti liberi al concerto di Madonna...beh...come dire...si ha bisogno di staccare.
Galeotto fu il Micam (fiera di scarpe milanese) a cui decido di attaccare un weekend per rivedere un po' di amici. Amici di quelli giusti che casualmente avevano organizzato un fine settimana di sci alpinismo al Sestriere. Pronti via mi imbuco facile, ma...dove diavolo avrò messo i guanti da sci? E gli occhiali da ghiacciaio?
Faccio mente locale e realizzo che andare a fare sci alpinismo dal Lussemburgo è semplice quasi quanto organizzare una spedizione himalayana: sci e scarponi nel box, guscio e windstopper a casa di un amico, calzamaglia e termica in Lussemburgo, pala e sonda in qualche armadio e via dicendo.
Per fortuna ho una santa mamma che mette insieme un po' di pezzi e mi prepara lo zaino e un santo amico che va a controllare cosa ci ha messo dentro. Mi sono giunte voci che la scena sia andata più o meno così:
"Buonasera signora"
(si conoscono da una vita, ma proprio non ce la fanno a darsi del tu)
"Ah buonasera, venga, venga a vedere se ho trovato tutto"
dice mia mamma con i-phone in mano leggendo la mail di istruzioni che le ho mandato:
"Arva: aggeggio di piccole dimensioni che sembra un cellulare, è questo vero?"
"Si, si"
"Bene. Coltelli: pezzi di acciaio coi denti. Guardi un po' io o trovato questi o dei ramponi, veda un po' lei"
"Sono questi signora"
...
Trovarsi il venerdì sera con le gambe sotto il tavolo in una trattoria nei pressi di un bosco di Laux cercando di spiegare all'oste piemontese perché mi ostino a ordinare birra Menabrea anniversario ambrata (quanto manca la buona birra in Lussemburgo) invece che il suo vino della casa mi sembra già il miglior inizio di weekend che si possa desiderare.
Scoprire poi la mattina del sabato alle 6 che nello zaino non manca proprio niente se non giusto qualche integratore per affrontare i 1300 mt. di dislivello che ci separano dalla vetta fa dimenticare tutto il resto. Anche le query in sql.

lunedì 20 febbraio 2012

La crisi del settimo mese

Sarà quel cielo grigio,
Saranno sempre quei tre locali,
Sarà che la domenica trovare un bar aperto è un'impresa,
Sarà il ghiaccio sul sellino della bici la mattina,
Sarà quella birra imbevibile,
Sarà che ci si innamora con la stessa facilità con cui ci si disinnamora,

Però cara Lussemburgo dopo sette mesi (dieci in realtà, ma sette mi piaceva di più) ho quasi voglia di tradirti.

Che so, un weekend in montagna,
una scappata a Barcellona,
un giretto a Parigi,
una weiss a Monaco,
quattro salti in un club di Londra,
cose così insomma.

Eh si cara Lussemburgo ho iniziato a guardare le altre città, più affascinanti, più glamour, più vive.
La colpa non è tua, tu sei tranquilla, carina, semplice, perfetta per una famiglia.
Io invece ho ancora voglia di fare il bagno in mare a mezzanotte, di girare il mondo, di perdermi da qualche parte e di ritrovarmi da qualche altra.

Ti direi di venire via un weekend con me, che secondo me pure tu qui un po' ti annoi...ma se non vuoi...beh...possiamo sempre rimanere buoni amici.

E poi chissà in Primavera...

giovedì 19 gennaio 2012

Ritorno all'università

Mi son ritornati in mente quei pomeriggi passati davanti a pagine di appunti incomprensibili con la faccia quelli che si impegnano a cercare di capire perché diavolo il rotore del campo elettrico è uguale e opposto al tasso di variazione della densità del flusso elettromagnetico.
Quei pomeriggi che quando la biblioteca chiudeva, ci si metteva a studiare sui tavoloni di fuori, chiedendosi se Faraday-Neumann-Lenz non avessero fatto meglio a bersi una birra quel giorno invece di giocare con i campi magnetici.
Quei tavoloni dove ti avvicinavi a uno dei tuoi colleghi che eri sicuro discendesse in linea diretta da Einstein da quanto gli assomigliava e gli chiedevi tra il supplichevole e il disperato: "Ripetimi quella del rotore che magari ci capisc...che poi te la ripeto io" sperando (spesso invano) che il genio di turno non avesse le stesse (scarse) capacità di insegnamento del docente della cattedra di telecomunicazioni.

Mi sono tornati in mente quei momenti perché dove lavoro è un po' la stessa cosa solo che al posto dei tavoloni ci sono dei comodi divanetti, Faraday e soci sono stati sostituiti da tool, report, query e macro excel e i geni di turno sono tedeschi, inglesi e francesi di passaggio che hanno affrontato i nostri stessi problemi anni addietro.
Peccato che la soluzione tedesca sia troppo radicale (o bianco o nero), quella inglese spesso incomprensibile (forse per colpa dell'accento) e quella francese non funzionante (dubitavate?).

E allora noi come si faceva una volta: quando il genio non ci arriva colmiamo con la fantasia. E improvvisamente ci si ritrova seduti al pub con i nostri amiconi Neumann e Lenz a bere la famosa birra.

Ecco se poi su quei divanetti spuntasse ogni tanto un mazzo di carte ci si farebbe anche un bel cirullino...proprio come ai vecchi tempi.

lunedì 9 gennaio 2012

Le chiavi di casa

Dopo un paio di pranzi di Natale e un cenone,
Dopo aver sciato, snowboardato, telemarkato,
Dopo aver rivisto quasi tutti gli amici,
Dopo bottiglie di gran vino e il sempre ottimo Genepy,
Dopo migliaia di metri di dislivello,
Dopo aver rivisto quasi tutti i parenti,
Dopo un paio di saune,
Dopo decine di chilometri di fondo,
Dopo tutta quella moccetta, fontina e bourguignonne,
Dopo che i radar di Francoforte mi hanno omaggiato di una notte in hotel con vista parcheggio dell'aeroporto,
Dopo "solo" due settimane di ferie...

...e' anche normale fare fatica a trovare la via del Lussemburgo.
Chissà poi dove diavolo avrò messo le chiavi di casa!