L'ultimo post e ancora un sacco di cose da dire.
Perché quando finisce un'avventura ti ritornano su tutti i pensieri, le emozioni di un anno e spiccioli volati via.
Soprattutto se l'avventura finisce nello stesso posto dove è iniziata, nella stessa camera di albergo, con lo stesso amico che poco tempo fa ti scriveva "grinta Dani, stendili tutti ai colloqui" e ora ti dice "ti aspettiamo domani ai Santa Chiara".
Eppure mi sembra di essere arrivato qui ieri, eppure mi sembra di averci vissuto troppo.
D'altronde, mi auto cito, l'avevo scritto in uno dei primi post: "Vado via per il piacere di tornare"
E il piacere di tornare è tutto mio.
Carino il Lussemburgo, tranquillo, internazionale, simpatico però....un weekend basta, un anno avanza.
Sarà che in fondo alle mail ho sempre scritto "Ciao" anche quando le mandavo agli indiani, sarà che se nasci con il sale tra i capelli e il sole nel cielo, più di tanto non ci puoi stare dove ci sono 7 gradi a maggio (ed è andata bene perché oggi le previsioni davano la minima a 2 e io ero in pantaloni di lino), sarà che non si è mai contenti, sarà quel che sarà, ma la voglia di tornare a casa c'è.
Ed è scritta in queste pagine. Le ho rilette tutte. Belline.
La mia proverbiale poca memoria mi ha anche regalato delle sorprese visto che un paio di storielle di quelle che fanno sorridere me le ero pure dimenticate.
E se alla fine ci si sente più "italo" che "lussemburghese", "tedesco"o "spagnolo", beh forse si ha bisogno di riabbracciare la propria terra anche solo per stufarsi di nuovo e ripartire, anche solo per spiattellarsi su uno scoglio e lamentarsi di quanto è scomodo, anche solo per amarla e poi odiarla e poi amarla ancora.
Accoppiati quasi tutti i calzini spaiati, recuperati i costumi (chissà cosa li avevo portati a fare), salutati i (per fortuna) pochi amici cari che non mi seguono nell'avventura italiana, impacchettata la roba di lana con consegna rigorosamente a Novembre, ben poco mi resta da scrivere se non...
Ciao
giovedì 17 maggio 2012
martedì 1 maggio 2012
Corsetta del Primo Maggio
Primo Maggio in Lux, quarto giorno di primavera l'ideale per una corsetta al parco.
E a ricominciare l'attività fisica siamo in tanti anche se non tutti si sono accorti che è iniziata la bella stagione. Per esempio questa biondina che supero con un certo slancio al primo chilometro è imbardata come per una corsa in montagna: pantalone tecnico, maglia a maniche lunghe e tanto di fascia in testa. Buon passo però.
Arranco per le salitine, scatto vicino al fiume, ma la gamba è corta, fa fatica a carburare. Sarà la scarsa forma fisica o forse l'età, ma al quinto chilometro il polpaccio diventa una pietra, resisto un po' ma non vale la pena di farsi male a inizio stagione. Dovevo prendere la bicicletta, pedalando su e giù per il Lux mai che mi faccia male.
Non piove, l'ipod è carico, farò due passi.
Ed ecco che arriva la biondina di prima, rallenta, si ferma un secondo e mi dice:
"Bonjour"
La guardo, 26-27 anni, indago il volto per capire se la conosco, ma non mi sembra.
"Vous ne continuez pas?"
Mi guardo, maglietta rossa dei campionati provinciali UISP di Roma e pantaloncini Adidas che da quante volte li ho lavati non si intuisce più il colore originale.
"Tesoro, vorrei, ma mi tira il polpaccio"
"Dommage" mi dice e zampetta via.
E io penso a tutte quelle che corrono in Corso Italia o Parco Sempione che piuttosto che rivolgerti la parola sputerebbero un pezzo di polmone.
E allora scatto, se lo merita la biondina e sembrava pure simpatica, il polpaccio cede e per poco casco per terra.
Eh si, dovevo proprio prendere la bicicletta.
E a ricominciare l'attività fisica siamo in tanti anche se non tutti si sono accorti che è iniziata la bella stagione. Per esempio questa biondina che supero con un certo slancio al primo chilometro è imbardata come per una corsa in montagna: pantalone tecnico, maglia a maniche lunghe e tanto di fascia in testa. Buon passo però.
Arranco per le salitine, scatto vicino al fiume, ma la gamba è corta, fa fatica a carburare. Sarà la scarsa forma fisica o forse l'età, ma al quinto chilometro il polpaccio diventa una pietra, resisto un po' ma non vale la pena di farsi male a inizio stagione. Dovevo prendere la bicicletta, pedalando su e giù per il Lux mai che mi faccia male.
Non piove, l'ipod è carico, farò due passi.
Ed ecco che arriva la biondina di prima, rallenta, si ferma un secondo e mi dice:
"Bonjour"
La guardo, 26-27 anni, indago il volto per capire se la conosco, ma non mi sembra.
"Vous ne continuez pas?"
Mi guardo, maglietta rossa dei campionati provinciali UISP di Roma e pantaloncini Adidas che da quante volte li ho lavati non si intuisce più il colore originale.
"Tesoro, vorrei, ma mi tira il polpaccio"
"Dommage" mi dice e zampetta via.
E io penso a tutte quelle che corrono in Corso Italia o Parco Sempione che piuttosto che rivolgerti la parola sputerebbero un pezzo di polmone.
E allora scatto, se lo merita la biondina e sembrava pure simpatica, il polpaccio cede e per poco casco per terra.
Eh si, dovevo proprio prendere la bicicletta.
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